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Archive for the ‘Massa pecorosa’ Category

E per forza di cose mi ritrovo anch’io a parlare di Berlusconi e del suo povero viso. Sappiamo tutti com’è andata, sappiamo tutti che è successo, inutile andare dietro a cazzate come attentato organizzato apposta dalla stessa vittima… sono tutte cose che cambiano poco e niente la situazione.

Mi appello invece a tutti quelli che dicono “Ha fatto bene! Deve morire!” come pure a quelli che sentono di adorarlo come un Dio. Vi rendete conto di quanto riuscite a farvi strumentalizzare? Dall’una e l’altra parte, siete strumenti senza cervello in mano a una ristretta cerchia di persone che ci propina programmi insulsi e giocattoli per farci stare zitti o per farci dire soltanto quello che vogliono LORO.

Sinistra, destra, centro, sud, est, ovest… sono tutti indegni approfittatori che non si schiodano dalle proprie poltrone e che vivono nel lusso a discapito di altri! Ideologia, valori… Speranze vane! Sono stati tutti buttati nei cassonetti anni or sono, anzi, forse non sono mai esistiti, e la nostra è solo un’illusione.

Un gesto di violenza è sbagliato a prescindere, e verso un solo politico, chiunque esso sia, è inutile e controproducente. Se volete invece una rivoluzione, prendiamo mano alle armi e andiamo contro TUTTI quelli che pensano di poter occupare le loro poltrone a buffo… dal primo all’ultimo, nessuno escluso. Perché ora come ora ad andare di poltrona in poltrona sono sempre gli stessi, che cambiano partito ogni volta che gli fa comodo, ma che restano comunque sempre là, con migliaia di € al mese e la pancia piena.

Dunque unica attuale soluzione: la rivoluzione. Ma poi c’è per caso qualcuno in grado di poter far meno peggio in un paese come il nostro… in un mondo come il nostro? Dopo una bella e sofferta battaglia rivoluzionaria, ci ritroveremo nella stessa situazione di ora, con un nuovo Berlusconi e altri poltroni; così è sempre stato e sempre sarà.

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Natale

Uff °° Dicembre è stato un mese da panico: Haruhi ha portato anche me in giro per la città alla ricerca di fenomeni inusuali e misteriosi… E nel frattempo, senza che nessuno se ne rendesse conto, è arrivato natale!

Il natale ti sorprende sempre alle spalle, con le sue grandi luci sulla città, con i sorrisi dei negozi pronti a incantarti con carta rossa qualche pacchetto; c’è chi lo ama e chi lo odia, chi si emoziona e si sente più buono, chi non vede l’ora di chiedere in regalo quello di cui sentiva il bisogno e chi spera che tutto finisca in fretta… Nella maggior parte dei casi il Natale è un’accozzaglia di perbenismo mal riuscito, di spese lussuose e superflue, di cibo da sprecare e di ipocrisia divagante. Così è per i grandi, i bambini invece hanno ancora la possibilità di viverlo come una festa gioiosa, e sorridono nel vedere gli adulti che tentano e si sforzano di rendere diversa, almeno per qualche giorno, la sporca società in cui viviamo.

Non svegliatemi fino a capodanno. Torno bambina per un po’!

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I governi continuano a fare cambiamenti e riforme sulla scuola. I VERI problemi però sono sempre gli stessi e non li risolve mai nessuno. Fra i principali c’è la libertà assoluta di cui gode la classe insegnanti. Perché si parla di stipendi, di scioperi, di bullismo, di ragazzi ingrati che non si comportano come dovrebbero, di ragazzi fannulloni che non studiano… (tutte cose anche vere per carità) ma non si parla MAI della classe insegnanti e professori, che NON FUNZIONA, pur essendo la categoria principale su cui dovrebbe reggersi in piedi una nazione!

Gli insegnanti e tutti quelli che hanno un posto statale vinto per concorso (la cui veridicità può essere quasi sempre discutibile) possono anche crogiolarsi tutto il giorno, perché il lavoro, per legge, non può toglierglielo nessuno. Se commettono errori gravi, rischiano al massimo trasferimenti in altre sedi… niente di più. Il loro posto è garantito. Ecco allora che prolifica gente completamente incompetente e assolutamente non in grado di trasmettere i propri insegnamenti a dei ragazzi. Ho visto professoresse commettere errori grossolani nelle correzioni di compiti in classe… Ho parlato di come il tempo fosse bello durante molte delle mie interrogazioni per scoprire, con divertimento, che la persona che mi stava interrogando non prestava minima attenzione a quel che stavo dicendo… Ho avuto un’insegnante alle elementari assumere un comportamento alquanto discutibile nei confronti di bambini, con atti di violenza psicologica che avrebbero potuto avere ripercussioni non di poco conto in futuro… Ho visto persone a me vicine accusate senza validi motivi di praticare pericolose attività come la stregoneria da una professoressa evidentemente psicolabile… Potrei raccontarne tante e io sono una sola. Pensiamo a quanti ce ne sono di casi di questo tipo in Italia.

Lamentarsi? Combattere? Fare qualcosa per cambiare questo scempio? Fatto e finito a tarallucci e vino. Denunce per i casi più gravi? Fatto. Servito a qualcosa? A niente. Parlare con il preside? Fatto anche quello. Inutile: il preside non ha in realtà alcun potere sul corpo insegnanti. Scrivere al provveditorato? Fatto. Mai ricevuta alcuna risposta. L’unico intervento è il trasferimento di classe in classe o di scuola in scuola di quegli insegnanti che hanno commesso qualcosa di particolarmente grave. Ma… Gira che ti rigira, deve esserci sempre un gruppo di ragazzi costretto a subire l’incompetenza di un adulto che dovrebbe lasciare il proprio posto a qualcuno migliore di lui. Perché non c’è una legge che protegge coloro che pur rappresentando il futuro di una nazione, si ritrovano come insegnanti delle persone assolutamente non in grado di fare il loro lavoro? Poi ci stupiamo a sentir parlare di bullismo, ci meravigliamo nello scoprire l’esistenza di giovani incapaci di distinguere il bene dal male, le cose giuste da quelle sbagliate.

La prima vera riforma della scuola dovrebbe dunque riguardare il corpo insegnanti. Il loro operato, con meriti ed errori, deve poter essere portato a giudizio; gli interventi devono essere concreti, devono portare una soluzione definitiva. La paura di perdere il posto potrebbe senz’altro spingere molti insegnanti a fare il proprio lavoro con più serietà, umiltà ed interesse.

Cambierei poi l’assetto e la gerarchia presente nelle diverse categorie di insegnanti da:

Maestri delle elementari
Professori delle scuole medie inferiori
Professori delle scuole medie superiori
Professori universitari

a:

Professori universitari
Professori delle scuole medie superiori
Professori delle scuole medie inferiori
Maestri delle scuole elementari

Dare l’importanza che attualmente detengono i professori universitari ai maestri delle scuole elementari e così via per tutte le categorie. Propongo un vero e proprio ribaltamento della gerarchia, negli stipendi e nel percorso da intraprendere.

Sembra assurdo? In realtà non lo è affatto.

Metti il mouse sulla bocca del bambino xD

Pensate che si apprende molto più e in meno tempo durante gli anni delle scuole elementari che in tutti quelli successivi. La mente dei bambini è fresca, cattura tutto quel che vede e percepisce senza alcuna astrusa riflessione. Alle elementari è importante quindi avere degli insegnanti in grado di guidare questo veloce flusso in fermento che percorre la mente di ogni bambino. L’insegnante non solo deve aver assimilato completamente quel che deve trasmettere, ma deve anche usare i giusti modi per poter essere compreso. Deve letteralmente tradurre le proprie conoscenze in un linguaggio facile ed efficace. Deve soprattutto divulgare quello che è il primo metodo di studio, che sarà essenziale per tutta la vita. L’insegnate deve essere poi psicologo, comprendere, aiutare e pazientare più di chiunque altro. Le scuole elementari giocano, in una società che si rispetti, un ruolo di importanza primaria per il futuro di una nazione.

Percorrendo la gerarchia al contrario incontriamo poi i professori delle scuole medie inferiori e superiori, il cui ruolo dovrà basarsi soprattutto sull’ampliamento delle conoscenze apprese durante le scuole elementari, sull’assunzione di una sufficiente proprietà di linguaggio scritto e orale, sullo sviluppo di un primo senso critico.

Le università dovranno infine occuparsi delle specializzazioni, come già effettivamente fanno. Il ruolo dei professori, in molte facoltà, è per lo più marginale; i ragazzi possono proseguire anche per proprio conto, serve soltanto qualcuno che li indirizzi, che possa guidarli nelle scelte di testi e nell’ampliamento di maggiori conoscenze. Perché questo sia possibile, i ragazzi devono poter arrivare all’università con un bagaglio culturale sufficiente, un esemplare metodo di studio applicabile in ogni occasione, una perfetta proprietà di linguaggio e uno sviluppato senso critico, e questo è compito delle scuole dell’obbligo.

Nei programmi e nell’insegnamento bisognerebbe dare maggiore spazio a: lettura di libri non solo classici ma di ogni genere, in modo tale da sfruttare l’interesse dei ragazzi e migliorare la loro proprietà di linguaggio; compilazione di scritti (il classico tema) privi però della solita traccia trita e ritrita, in modo da sviluppare la fantasia e in modo da sforzare i ragazzi a pensare e a riflettere per proprio conto; compilazione di tesi e tesine durante tutti gli anni scolastici e non soltanto al momento degli esami di maturità, al fine di sviluppare il senso critico, la proprietà del linguaggio scritto e il pensiero; dare meno importanza alle nozioni (che tanto tutti scordiamo qualche giorno dopo) e spingere invece i ragazzi a sviluppare un’opinione su ciò che vedono o leggono, prima di apprendere dai relativi studi presenti nei testi; organizzare lezioni di dibattito e far parlare tutti in classe su un determinato argomento trattato.

Questa è soltanto la bozza di un’eventuale riforma. Che il mondo scolastico in Italia possa migliorare… Sono alquanto scettica a riguardo, ma si sa come si dice: la speranza è sempre l’ultima a morire. Ja neee!

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Come membro della brigata SOS, Haruhi mi ha imposto di mangiare giapponese tutti i giorni. Ho provato a spiagarle che qui a Roma è impossibile poter mangiare tutti i giorni piatti tanto costosi, così lei si è presa la briga di farmi consegnare a domicilio bontà giappo personalmente da lei preparate *-* Ha anche deciso che pranzo e cena sono il mio compenso per questo blog. Io, che pensavo di farlo gratis, non potrei essere più felice!

Comunque… Venerdì Haruhi deve aver avuto qualche problema di tempo, perché per posta non mi è arrivato alcun piatto ma solo un fogliettino: un buono pasto. Ciò mi ha portato a riflette un po’ sui Buoni Pasto e sul senso della loro presenza…

★★★

I Buoni Pasto sono l’ennesimo modo per aiutare gli st***** che si inventano mestieri inutili basati sulle fatiche di altri e per far morire i pochi lavoratori che tengono davvero in piedi una nazione.


Repas, Ristomat, Ticket Restaurant, Pellegrini Card, Blu Ticket e tanti altri che non vi sto a elencare sono alcuni nomi di quei fogliettini (per giunta scomodi e incapaci di entrare nel portafogli), che molte grandi ditte rilasciano ai propri dipendenti.

Per legge, nei posti di lavoro più grandi si ha diritto al pranzo, un pasto che, nel caso in cui non possa essere consumato nell’apposita mensa della ditta, (se la ditta ne è sprovvista), va retribuito per essere consumato fuori. Insomma, ve lo devono pagare!

Per i costi più alti di un pasto che consumato in mensa costerebbe meno e per paura che i dipendenti troppo risparmiosi si portino il pasto da casa e conservino gli euro del pranzo dati dalla ditta per diverse e indegne spese, qualcuno ha pensato di mettere in piedi delle società per creare i famosi Buoni Pasto!

Queste società vendono alle varie ditte i loro pacchetti di Buoni Pasto a un costo inferiore al loro valore: “Ti costa meno, ti conviene!”

Le ditte, contente di averci guadagnato, rifilano ai loro dipendenti i fogliettini: “Ecco il pranzo, così potete comprarci solo quello!”

A loro volta i dipendenti si recano dai ristoratori e chiedono di pagare con questi maledetti Buoni: sono costretti a consumarli (anche perché hanno delle date di scadenza), se non vogliono perdere la convenienza del pranzo pagato dalla ditta.

Infine, i ristoratori, che vedono proliferare fogliettini in ogni dove, in ogni ditta, in ogni banca e in tutti gli uffici, per poter lavorare, sono costretti ad accettare e a dire addio ai contanti.

Fin qui non ci sarebbe nulla di male, a parte la menata dei poveri ristoratori, costretti a farsi poi cambiare ’sti maledetti Buoni Pasto nei contanti spettanti a loro di diritto, il loro guardagno per aver lavorato.

Ma le società dei Buoni Pasto non possono aver fatto tutto questo solo per il puro desiderio di aiutare le grandi ditte nel grave e oneroso problema di gestione del pranzo! (E che problema!) Chiaro che debbano riprendere i costi da qualche parte e nello stesso tempo guadagnarci pure qualcosa…
Il guadagno lo fanno sui gestori, che per accettare i Buoni Pasto dai clienti sono costretti a stipulare un contratto, attraverso il quale si deve rilasciare alle società una percentuale sui Buoni Pasto accettati, una percentuale che arriva ormai al 10/12% e più. Quando quindi compriamo un panino in un bar e paghiamo con un buono, il costo del panino va sì al barista che l’ha comprato, preparato e lavorato, ma anche a queste utili società che mangiano a sbafo di altri.

E dire che c’è gente che si lamenta quando un caffé aumenta da 60 a 61 centesimi… Né i mass media si sono mai azzardati a parlare dei problemi Buoni Pasto: i loro soliti servizi sono sui lavoratori privati che aumentano i prezzi, guadagnano troppo ed evadono… forse di uno o due caffé!

L’associazione consumatori, altra società ampiamente inutile, è in grado di fare qualcosa per ridurre a zero le percentuali delle società dei Buoni Pasto in modo da farle chiudere per sempre, o bisogna intervenire con le solite e inutili menate di scioperi? (Che i gestori non possono permettersi di fare, vista la crisi, visto il lavoro che non c’è!)

Non c’è più limite alla stronzaggine e all’idiozia italiana.

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Primo post della categoria Massa pecorosa 😉
Categoria che in realtà comprende tutte le altre.

Ingannevoli e mistificatori gli appigli che ci invogliano a restare in superficie, a mollo in quella che sembra un’apparente salvezza. Altri simili, intorno a noi, annaspano e ci guardano come alla ricerca di un consenso, di una conferma, quasi come se si chiedessero se sopravvivere sia la cosa giusta. Convieniamo che non potrebbe essere altrimenti, ma ecco che all’improvviso una domanda simile non suona più così strana; i nostri occhi, osservando con più attenzione quelle persone, scorgono un particolare inquietante: sono tutte uguali. Sì, diverse un po’ nelle fattezze e nella voce, ma i modi di fare e di esprimersi, gli abiti e le maniere di agghindarsi, le opinioni e gli argomenti di cui parlano… sono gli stessi. Realizziamo allora di essere di fronte a un bivio: restare a galla e limitarci a quel piccolo mondo fatto di ebeti esseri uguali o sprofondare negli oscuri abissi di un incontaminato oceano.  Io ho scelto di avvinghiarmi a una solida ancora per non rischiare di risalire in superficie. E voi? Cosa avete scelto?

Questa categoria darà man forte a quelli che con risolutezza si sono ancorati sul fondo dell’oceano (non mollate!); nello stesso tempo cercherà di far immergere anche qualcuno di quelli che ciambellano come deficienti in superficie.

La SOS-Dan è qui per voi!

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